Data di Pubblicazione:
2017
Abstract:
Nel secondo dei due carmi inseriti in Sid. ep. 9.13 l’uso del dimetro ionico a minore anaclastico sollecita una nuova indagine sul possibile inlusso del corpus Anacreonteum e dei pur esigui carmi latini scritti in questo raro verso. Ad emergere è la sagacia del poeta gallico, che, potendo contare solo su un modesto contributo da parte della tradizione greca e latina, sceglie di trattare l’anacreonteo come un colon dell’endecasillabo falecio (sulla scorta di una teoria metrica ben attestata dai grammatici antichi) per poter sfruttare una rodata topica versificatoria. Nasce così una delle nugae più affascinanti di Sidonio, in cui l’agilità degli ionici si rivela compatibile con una rafinata strategia retorica, intertestuale e metaletteraria.
Tipologia CRIS:
14.a.1 Articolo su rivista
Keywords:
Sidonio Apollinare; anacreontei; versi ionici; endecasillabo falecio; metrica latina; poesia latina tardoantica.
Elenco autori:
Onorato, Marco
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